domenica 3 giugno 2012

Le parole con te perdono di significato, perciò stai zitto.

Ricominciare costa tanto. Tantissimo. Ripartire da zero, anzi da meno mille. Il dolore nello stomaco per una ferita che non so chiudere. Sto male anche se è passato un po' di tempo da quando mi hai detto che non mi volevi più. Ho scoperto che hai chiesto ad un'altra di uscire con te, quando noi stavamo ancora insieme. Sapere questa cosa mi avrebbe dovuto far stare meglio, perchè è così che dovrebbe essere. Non è vero, sto peggio. Mi fa male sapere che hai pensato di invitarla ad uscire e di me non te ne è importato niente, di quello che siamo stati, della persona che sono. Non le hai parlato di me, non le hai detto di essere impegnato, non le hai detto del modo in cui mi accarezzavi, non le hai parlato del modo in cui ti viziavo, io per te quel giorno non c'ero già più. Quando sei passato a prenderla a casa, quando l'hai vista scendere, quando le hai offerto il caffè, quando l'hai vista ridere alle tue battute come puoi non avermi pensato?  Quando mi hai visto il giorno dopo, quando ti ho chiamato per darti la buonanotte come puoi non aver sentito niente? Perchè non mi hai detto niente? L'ho dovuto sapere da un'amica di LEI che conosce anche me. Ho ascoltato quelle parole così dure, senza battere ciglio, svuotata. In quello stesso corridoio in cui in un giorno lontano,mi hai detto che sentivi qualcosa per me, ho sentito il cuore frantumarsi davvero. Ho parlato con LEI, mi ha voluto incontrare. Ci siamo parlate con calma, lei mi ha chiesto scusa. Io non sentivo le gambe, il cuore, le mani, il mio corpo era solo orecchie. Ascoltavo, ascoltavo, cercavo di capire. Ascoltavo i dettagli del vostro incontro e di quelli a seguire, anche quando non c'ero più io. Ho sentito parlare di te da una voce sconoscuta. Non sapeva niente, mi ha detto. Mi ha fatto leggere i tuoi messaggi. Se mi avessero investito temo che sarebbe stato meno doloroso. Imbarazzate, ci siamo salutate. Ho aspettato che fosse pomeriggio, ho aspettato di razionalizzare quanto più potevo, poi ti ho chiamato. Vedere il tuo nome mi ha fatto male. Ti ho chiamato. Sentire la tua voce mi ha fatto male. - "Dimmi".  - "Ti devo parlare." - "Va bene." Ci siamo incontrati in un posto che adesso mi fa male solo guardare. Il ragazzo strafottente che ho visto arrivare con la camminata ciondolante, non eri TU. Il ragazzo che non riusciva a guardarmi negli occhi, non eri TU. Eri un corpo senza niente dentro, niente. Mi hai guardato come se non mi conoscessi, come se le carezze, le dolcezze, le attenzioni non ci fossero mai state. Ti ho chiesto di farmi capire. Ho cercato di vomitarti addosso tutte le mie domande e la mia delusione cercando di suscitare un qualsiasi tipo di risposta, di reazione. Il tuo sguardo era vuoto.. La tua spiegazione fredda e razionele, le parole distaccate e lo sguardo gelido non mi hanno aiutato. Speravo che la coscienza ti mordesse l'anima invece potevo capire che non sentivi niente, non ti importava niente, neanche giustificare le tue azioni. Dici di non aver fatto nulla di male, tu non credi di avermi tradito perchè tra voi, finchè stavamo insieme, non c'è stato niente di fisico. Beato te, mi dico io. Tu la chiamavi, mentre noi stavamo insieme. Tu le scrivevi messaggi dolci, mentre noi stavamo insieme. Tu sentivi lei, poi me. Tu mentre davi a lei una speranza, la toglievi a me. Hai distrutto tutto: la fiducia che avevo riposto in te, l'amore che avevo fatto crescere, il futuro che avevo immaginato. Non ho più niente, se una rabbia profondissima e una delusione che ingombra tutti gli spazi del mio cuore e non mi lascia neanche più la forza di respirare. Se fossi stato innamorato di LEI forse avrei potuto capirti, se me ne  avessi parlato forse, e dico forse, avrei potuto perdonarti. Il fatto è che per te lei è semplicemente una, così mi hai detto.Noi ci siamo lasciati e il giorno dopo sei stato con lei. Allora anche io ero una, solo io mi ero illusa di poter essere LA TUA ragazza. Hai detto che non mi devi spiegazioni. "Noi non stiamo più insieme, non ti devo più niente." Purtroppo hai ragione. Non posso chiederti più niente. Ma come hai fatto? Come fai a sentire un'altro corpo vicino al tuo, un altro calore, un altro respiro, come fai a guardarla negli occhi e non vedere i miei, come fai a sussurrare le stesse parole ad un'altra persona, come fai a non cercare i miei difetti sulla sua pelle? Io non posso immaginare che un altro mi sfiori, che mi tocchi, che mi baci. Mi fa schifo anche solo l'idea di respirare un altro odore che non sia il tuo. Tu no. Tu sei forte. Tu sei diverso. A te non importa. E il bello è che continui a dirmi che mi vuoi bene. Sappi che se mi avessi voluto bene ti saresti preoccupato per me, avresti avuto anche solo rispetto per me. Non avresti confuso due persone, due corpi, due sorrisi, e non avresti cercato il corpo di un'altra perchè sentivi sotto le tue mani ancora il mio. La verità è che io non sono stata mai niente per te.

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